“Una vita appesa ad un filo”
“Quando la ascoltai rimasi pietrificato, poiché la sua fuga da Santa Domenica di Visinada si intrecciava con la storia di Norma Cossetto.” Così si esprime Renzo Codarin – presidente ANVGD – nei riguardi di Erminia Dionis Bernobi, protagonista del libro ‘Una vita appesa ad un filo’. Il volume è uscito in una prima edizione proprio in questi giorni, edito dalla ANVGD. Realizzato dall’Istituto Studi Politici Giorgio Galli-ISPG, raccoglie molte testimonianze intorno alla rocambolesca storia di Erminia al termine della II Guerra Mondiale sul Confine orientale: in fuga dall’Istria per evitare il pericolo della foiba titina, arriva a Trieste a piedi nella notte, con niente, priva di documenti e soldi. Vive come apolide per un paio d’anni aiutata con fatica da alcuni parenti.
Si fa largo per la tenacia con cui si aggrappa al suo lavoro: sarta e poi modellista. Una lunga storia che si intreccia con quelle di Norma e Licia Cossetto, che permette di rivedere con occhi disincantati e privi di venatura politica un pezzo della nostra storia che ancora fa molto discutere.
Il generale Manià, che ha scritto un breve saggio, valuta che “Erminia rappresenti una delle ultime persone in grado di narrare la storia tragica del nostro Confine per averla vissuta direttamente, quel volto ormai familiare della giovane Norma lei l’ha conosciuto, l’ha baciato, le ha parlato…”
Il libro riporta tanti contributi di persone che hanno conosciuto e apprezzato Erminia: dei sindaci di Trieste e Gorizia, del vicepresidente della Commissione Esteri del Senato Roberto Menia, di tanti triestini e colleghe di lavoro. Oltre ai saggi di Giorgio Galli, Marino Micich, Tito Sidari, Daniele V. Comero, riporta anche una lunga e preziosa intervista a quella che è diventata una delle ultime testimoni dirette della tragica storia al Confine istriano, realizzata da Rossana Mondoni, curatrice dell’opera. In conclusione, Erminia parla del futuro e del suo pronipote:” Spesso racconto delle storielle di quando combinavo marachelle da bambina, al mio pronipotino Filippo che sgrana gli occhi come se fosse lui ad averle vissute. Un giorno mi ha detto: «…Peccato nonna che non ti ho conosciuta quando eri piccola».”
A settembre e ottobre ’23 le prime presentazioni a Trieste, Gorizia, Treviso e in altre città.
Luciano Garibaldi
Sono stata il 10 febbraio a Santa domenica di Visinada a portare una rosa a Norma , e a Crassiza a Francesco Bonifacio. Lo faccio da anni. Sono rimasta pietrificata anch´io . Vorrei tanto comprare il libro.
Mia mamma classe 1932 lontana cugina di Don Bonifacio. Cordialmente Elena.