I Piccoli Martiri di Gorla insegnano. Videoclip delle giornate di studio
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La storia
ll 20 ottobre 1944 una formazione di aerei anglo-americani B24 e B27 era in missione per bombardare le officine Breda e la stazione ferroviaria di Greco in prossimità di Milano. Era una giornata soleggiata, priva di foschia e di nubi, ma per un errore di calcoli gran parte degli aerei si trovò nell¹impossibilità di colpire i bersagli strategici prefissati. Nonostante la consapevolezza di ciò, alle ore 11,24 gli aerei, prima di rientrare, sganciarono comunque le bombe in una zona abitata e priva di ogni obiettivo militare.
La formazione, al comando del colonnello James Knapp, era composta da due stormi che avrebbero dovuto lanciare le bombe da un’altezza di circa 10 mila metri. L’azione della prima ondata non ebbe successo, a causa di un corto circuito al comando di lancio del “B-24” capo formazione. Il corto circuito aveva attivato prematuramente la procedura di lancio. Le bombe, fortunatamente, finirono in aperta campagna senza provocare vittime.
La seconda ondata, una volta raggiunto il punto iniziale sopra Milano, virò per 22° a destra invece che a sinistra. Quando l’errore venne rilevato, era ormai troppo tardi per cambiare direzione. Il carico di bombe, ormai tutte innescate, impediva, per ragioni di sicurezza, l’atterraggio del bombardiere alla base. Il comandante Knapp, invece di liberarsi del carico sganciando le 342 bombe da 500 libbre durante il viaggio di ritorno sulla campagna cremonese o sull’Adriatico, decise di disfarsene immediatamente, facendole cadere sul centro abitato sottostante. Fu così che, alle ore 11,30 di quel tragico 20 ottobre, i quartieri di Gorla e Precotto furono investiti da quasi 80 tonnellate di esplosivo.
«Non sappiamo» – come riferisce il sito Internet www.piccolimartiri.it, dedicato ai bambini di Gorla – «e probabilmente non sapremo mai se la soluzione che scelse il colonnello fu frutto di una sua decisione o se era prevista dal suo piano operativo; sappiamo però che in quel momento si concretizzò quello che possiamo definire uno dei peggiori crimini contro l’umanità nella guerra aerea di quegli anni, perché egli ordinò agli altri velivoli di sganciare le bombe subito, sulla città, anche se sotto di lui non c’erano obiettivi militari ma solo abitazioni civili che egli poteva perfettamente vedere date le favorevoli condizioni meteorologiche».
E’ un fatto che egli non pagò mai per quel tragico errore, o meglio infame crimine. Tre minuti dopo l’avvenuto sgancio, l’abitato di Gorla, raggiunto da oltre 37 tonnellate di esplosivo, divenne un inferno. Furono colpite case, negozi, officine, ma una bomba più delle altre provocò una strage che avrebbe cambiato la vita del quartiere per sempre: quella che centrò la scuola elementare “Francesco Crispi”. Era un ordigno del peso di 500 chilogrammi e colpì la scuola mentre gli alunni stavano scendendo di corsa nel rifugio. Ci fu un¹esplosione devastante che sventrò completamente l¹edificio scolastico seppellendo sotto le macerie 184 bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, la Direttrice, 14 insegnanti, 4 bidelli e un¹assistente sanitaria. A questa ecatombe dovettero aggiungersi altre 480 persone, civili abitanti a Gorla, uccise durante il bombardamento.
Della orribile strage di Gorla, va detto che mai, fino ad oggi, i poteri pubblici italiani hanno mostrato di volerne fare un capitolo fondante della malvagità della guerra. Basta considerare che né il Comune di Milano, né la Regione Lombardia, né lo Stato sono mai intervenuti per commemorare solennemente l’evento, al punto che la stessa costruzione del monumento e della cripta che raccoglie i resti dei piccoli martiri dovette essere realizzata a spese delle loro famiglie. Tutto ciò è dovuto ad un senso di inferiorità e di timidezza verso la potenza responsabile del vergognoso massacro, cioè gli Stati Uniti, che, a loro volta, non punirono mai, nemmeno con un richiamo, i loro piloti che, per incapacità, superficialità e indifferenza, scaricarono le loro bombe, anziché sugli obiettivi militari (fabbriche, ponti, eccetera), sui quartieri di Turro, Gorla e Precotto, nella Milano Nord.
Luciano Garibaldi
Il racconto del Testimone (allora allievo di 7 anni, scampato con pochissimi altri alla strage dovuta al bombardamento):
Un evento tra i più tragici della Milano bombardata come la strage dei lavoratori a piazzale Loreto che quasi mai si ricorda e che determini la revsnche del 29 aprile. Ottima iniziativa di una memoria che deve essere tenuta sempre desta